Olocausto americano by David E. Stannard

Olocausto americano by David E. Stannard

autore:David E. Stannard
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2020-06-14T16:00:00+00:00


6.

Cristoforo Colombo si considerava un uomo dal destino straordinario, in un’epoca di speranze apocalittiche. Era inequivocabilmente sicuro di sé. E di una cosa era certo: il mondo sarebbe finito entro centocinquant’anni. Aveva fatto i calcoli da sé, ma erano basati sull’attenta lettura di un’opera intitolata Imago Mundi, del cardinale cattolico e più tardi rettore dell’Università di Parigi – e alto prelato che aveva preso parte al processo e alla condanna a morte per eresia di Jan Hus – Pierre d’Ailly. Composta nel 1410, sebbene la copia di proprietà di Colombo fosse stata stampata a Louvain nel 1480, l’Imago Mundi era una specie di enciclopedia, infarcita di idee cristiane per l’istruzione dei laici nei campi della geografia e della cosmologia.1

Da questo libro cha metteva insieme antiche conoscenze e saggezza, Colombo aveva derivato un miscuglio di informazioni (basate su Aristotele, Seneca, Plinio e altri) che gli aveva permesso di calcolare che la distanza attraverso l’oceano Atlantico – conosciuto allora come mare Oceano – era molto più breve di quanto si rivelò in realtà. Già prima che partisse per il suo famoso viaggio, navigatori più accorti sapevano bene che la sua era una valutazione per difetto, e glielo dissero. Questa era la ragione principale per cui, nel 1484, il sovrano del Portogallo aveva respinto la sua richiesta di aiuto. Ma Colombo non si arrese. La sua ostinata riluttanza a lasciarsi persuadere dalla logica e da prove più attendibili ebbe come conseguenza la sconfitta dei portoghesi nella conquista delle isole caribiche. Ciò rafforzò ulteriormente le sue convinzioni, naturalmente, e fino al termine dei suoi giorni continuò a vivere nell’illusione che i suoi calcoli fossero esatti.2

L’Imago Mundi conteneva una serie di informazioni ugualmente dubbie su altre questioni che Colombo, come molti suoi contemporanei, mandò prontamente a memoria. Ciò che Colombo vide nell’opera del cardinale, e ciò che il suo autore intendeva che fosse, era un riassunto della storia del mondo passato, presente e futuro. Mettendo insieme le idee di scrittori quali Ruggero Bacone, l’astronomo arabo del ix secolo Albumasar e altri, Pierre d’Ailly aveva tracciato per i suoi lettori, scrive Pauline Moffitt Watts, «l’”oroscopo” delle grandi religioni e dei grandi imperi quasi nello stesso modo in cui si potrebbe delineare un oroscopo personale». Una volta appresa la tecnica giusta, credevano questi scrittori e anche Colombo, si poteva «predire il futuro, perché tutti gli eventi sono improntati sul presente».3

Colombo lesse Ailly con l’ardente intensità di un autodidatta che scopriva nelle parole del cardinale niente meno che il sentiero divino che conduceva alla verità. I margini della copia dell’Imago Mundi che apparteneva all’ammiraglio, ancora oggi conservata alla Biblioteca Colombina di Siviglia, contengono almeno novecento diverse annotazioni di Colombo su questioni riguardanti la teologia, la geografia e la storia. L’Africa, annota, è metà dell’Europa, a sud dell’equatore i giorni durano solo dodici ore. I cinesi hanno attraversato l’Atlantico su piccole imbarcazioni e sono giunti in Europa, tra questi vi erano un uomo e una donna che sono arrivati fino in Irlanda. «Aristotele [dice che] tra l’estremo della Spagna e l’inizio dell’India c’è un piccolo tratto di mare attraversabile in pochi giorni».



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